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E' un piacere, ogni tanto, dedicare del tempo a chi, nel silenzio ed in ogni condizione e solo per pura passione, porta avanti da ormai 20 anni il nostro ambiente, quello del BikeTrial: Sto parlando di Massimo Iacoponi

E' grazie a Massimo se esiste il BikeTrial in Italia, grazie a lui se il gruppo tiene e va avanti unito. Con il suo spirito puramente livornese, al momento giusto, taglia la testa al toro e arriva dritto puntuale alla conclusione giusta. Una sicurezza di competenza e presenza costante ed assoluta per tutto l'ambiente BikeTrial.  

L'autorevole quotidiano Il Tirreno dedica a lui una bella intervista che trovate nell'articolo originale del quotidiano e che riporto integralmente anche in questa pagina. 

Grazie Massimo per il lavoro che svolgi. Sono assolutamente certo che il ringraziamento è condiviso da tutti gli amanti del BikeTrial e del Mountain Bike. 

A voi la lettura.

Giuliano

Articolo originale disponibile qui

Copia dell'articolo di Fabrizio Cavallini pubblicata sul quotidiano il Tirreno in data 06 Dicembre 2020, ogni diritto riservato. 

IL TIRRENO 

FABRIZIO CAVALLINI - 06 DICEMBRE 2020 - ROSIGNANO

Con modestia si definisce un appassionato di ciclismo di Rosignano Solvay. Uno sport che Massimo Iacoponi coltiva da più di cinquant’anni. Scambiamo qualche parola con lui, presidente dell’Avis Ciclismo Rosignano (gruppo sportivo impegnato in Strada, Mountain bike e Trial) e commissario tecnico nazionale del Bike Trial per l’Uisp. Recente vincitore nella categoria M7 della 6h Le Morette in mtb, nel Pistoiese.

Come è nata questa passione per le due ruote?

Le prime esperienze, per così dire, che mi hanno fatto avvicinare al ciclismo, le ho avute quando a Cecina sul percorso dello Zuccherificio si correva la gara dei professionisti. Mi ricordo che andavo a vedere la corsa con mio babbo e mio nonno.

Il passaggio dal vederlo al praticarlo quando è avvenuto?

Stiamo parlando degli anni 60-70, quando ogni paese aveva la propria squadra di giovani ciclisti. Correva l’anno 1972 e mi iscrissi nell’allora gloriosa squadra del Mobilificio Carmignani. Era sempre vivo il padre di Iosello, Romano e Silvano, i tre fratelli Carmignani. Il direttore sportivo è stato il sempre presente Romano Lorenzini, “Romanino”. Allora si gareggiava su strada e si faceva ciclocross con le maglie di lana ed il casco a strisce alla belga.

Fino a che età ha gareggiato?

Il ciclismo è uno sport duro e molto selettivo. Ai primi successi nelle categorie giovanili sono seguite delle stagioni anonime, per cui a 17 anni ho appeso la bici al chiodo per poi tornare a prenderla grazie all’avvicinamento alle due ruote dei miei figli. Dario ha cominciato a gareggiare nei Giovanissimi a 8 anni ed ha proseguito fino alla categoria Allievi togliendosi qualche soddisfazione fino a che ha scoperto che esisteva anche un’altra branca, il Bike Trial, nel quale ha finito per coinvolgere anche il fratello Samuele.

Ci parli del Bike Trial.

È una disciplina che nasce in Spagna per insegnare ai bambini le tecniche del più famoso Trial in moto. La cosa piace ed evolve in Europa negli anni 90. In Italia esistono poche sacche di frequentatori, soprattutto al Nord e la disciplina è lasciata a se stessa senza essere incentivata più di tanto. Seguendo delle manifestazioni in Liguria dove l’atleta big di questa specialità era un certo Vittori Brumotti, sono venuto a conoscenza della necessità da parte di alcuni dei ragazzi di voler impostare anche in Italia un movimento più consolidato e titolato.

E così è entrato in gioco lei?

Vista la mia conoscenza del mondo Uisp ne ho parlato con i vari dirigenti fino ad arrivare all’allora presidente nazionale Luigi Menegatti, che ha capito fin da subito le potenzialità di questo sport emergente e mi ha dato carta libera per poter promuovere il Bike Trial. Detto fatto. La flessibilità di un ente di promozione come l’Uisp e la voglia di partire fanno sì che questo movimento sportivo crei regolamento, giudici, inquadramento sanitario ed assicurativo. Nel 2000 si svolge a Rosignano in piazza del Mercato la prima gara ufficiale del Bike Trial in Italia con organizzazione Asd Avis Ciclismo Rosignano.

Dove si può fare questo sport?

Per questa disciplina del ciclismo occorrono dislivelli netti come rocce, tronchi, gradini. Tutto ciò che offre la possibilità di superare l’ostacolo con equilibrio e tecnica.

Esistono scuole o centri per far avvicinare chi volesse praticarlo?

Grazie all’Uisp di Rosignano, alla Consulta dello sport - oggi Agenzia dello sport - e all’Amministrazione comunale con a capo Alessandro Franchi, nel 2012 viene inaugurato nell’ex campo di tamburello il primo centro in Italia di addestramento ed allenamento di Bike Trial. Da allora, perché se ci sono le strutture i ragazzi si avvicinano, abbiamo mediamente una quindicina di ragazzi che si tesserano con il nostro gruppo sportivo e che partecipano alle gare del campionato nazionale. Ad oggi i campi scuola in Italia si possono contare sulle dita di una mano e si trovano, oltre che a Rosignano, a Rieti, Brescia, Pozza di Fassa e in qualche altra realtà meno organizzata.

Quali sono le doti che occorrono ad un ragazzino che vuol venire a provare?

Noi facciamo tutti gli anni una prova di campionato nazionale a Punta Righini, sulla scogliera. A prima vista lo sport può essere considerato pericoloso. Evidentemente per chi non sa calcolare il rischio di superare un ostacolo lo è. Noi insegniamo proprio questo attraverso dei passaggi graduali.

Quali?

Il primo è l’equilibrio, stare fermi davanti all’ostacolo per ponderare se il suo superamento è essenziale. Poi insegniamo una cosa banale a dirsi, che è quella dell’uso dei freni. Successivamente è il ragazzo ad avanzare in funzione delle sue capacità.

E le attrezzature?

All’inizio basta una qualsiasi bici, un casco, guanti, ginocchiere e paratibie. Ovvio che con il progredire delle capacità la bici da trial diventa indispensabile.

In questo ambito esiste solo la componente agonistica?

Non solo. Questo è uno sport spettacolare usato molto in esibizioni in piazze, inaugurazioni di negozi come pure dai media televisivi tra cui Rai o Mediaset. I nostri ragazzi hanno partecipato a varie trasmissioni televisive anche in prima serata e in diretta.

Non rimane che dare dei riferimenti a chi volesse contattarvi.

Si, il sito è www.cicliavisrosignano.it sul quale vi sono tutti i riferimenti necessari.